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Basilica della Santissima Trinità di Saccargia - © Vaghis - Viaggi & turismo Italia - Tutti i diritti riservati
Unico esempio di stile romanico-pisano nell’isola, la quasi millenaria basilica sarda si presenta come meta di straordinaria bellezza

La si vede in lontananza, imponente con il suo alto campanile, situata su un promontorio adiacente alla strada che conduce ad Olbia: la Santissima Trinità di Saccargia. Il piccolo comune di campagna Codrongianos, insieme ai suoi mille abitanti, è custode di uno dei reperti storici sardi più preziosi.

 

Basilica della Santissima Trinità di Saccargia - © Vaghis - Viaggi & turismo Italia - Tutti i diritti riservati

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Costruita con preparati di calcare e pietra vulcanica sulle rovine di un monastero dall’Ordine Camaldolese dei monaci benedettini, il 5 ottobre del 1116 venne ufficialmente consacrata. L’edificazione di questa imponente basilica fu espressamente voluta dal giudice Costantino I di Torres, le cui vicende sono state trascritte nel documento amministrativo della Condaghe di Saccargia: durante un viaggio insieme alla moglie, il giudice prese dimora presso il già preesistente monastero dei camaldolesi, dove fece voto alla Madonna per ricevere la benedizione di concepire un figlio. Così, poco dopo la nascita del primogenito, la coppia finanziò l’edificazione di una nuova Chiesa.

Come ogni edificio medievale che si rispetti, anche la Santissima Trinità di Saccargia presenta una leggenda alquanto singolare: il suo nome deriverebbe dalla storia di una vacca pezzata (vacca vargia, in dialetto sa ‘accarza) che ogni giorno era solita recarsi in quel luogo per donare il proprio latte ai frati di un convento ed inginocchiarsi in segno di preghiera. La zona circostante, comunque, era ideale per l’allevamento di bestiame (sa acarza, vaccheria).

 

Basilica della Santissima Trinità di Saccargia - © Vaghis - Viaggi & turismo Italia - Tutti i diritti riservati

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La basilica si sviluppa per venti metri in lunghezza, sette in larghezza e quattordici in altezza e presenta un impianto a croce commissa (anche conosciuta come croce latina o a “T”) con una sola aula, zona adibita per i fedeli, il transetto (la parte intersecante la navata centrale, qui caratterizzata da archi a tutto sesto) con volte a crociera, e tre absidi.
Grazie a lavori successivi di restaurazione da parte di architetti pisani, l’aula è stata sopraelevata ed allungata come la conosciamo oggi; a questo periodo risalgono anche la sacrestia, l’alto campanile a canna quadrata situato a nord ovest ed il portico, che anticipa la facciata bicromatica, retto da colonne angolari con sette archi.

L’unico affresco romanico che si sia mai conservato intatto nell’isola sarda è presente proprio nella Santissima Trinità di Saccargia: l’abside centrale è così caratterizzato dai colori vivaci del ciclo neotestamentario, che ritrae nelle prime due fasce Cristo insieme alla Vergine, gli undici apostoli, angeli, arcangeli e serafini; nell’ultima parte, invece, sono raffigurate cinque scene di vita del Messia: l’Ultima cena, il Bacio di Giuda, la Crocefissione, il Seppellimento e la Discesa agli inferi.

  INFORMAZIONI UTILI

Chiesa della SS. Trinità di Saccargia

07040 Codrongianos SS
Tel. +39 347 000 7882

Sito web: www.arcidiocesisassari.it