
Carnia: emozioni sportive e gastronomiche ad alta quota
Una incantevole frontiera alpina, dove la natura si combina con storia e leggenda, tradizioni e accoglienza
Una carrellata di meraviglie montane esaltata dalla miglior esposizione al sole dell’arco alpino. Nel suo Viaggio in Italia, Guido Piovene definì la Carnia ‘un universo nella sua varietà’. Valli verdissime, cascate, forre, laghi, fiumi incuneati tra i boschi. E borghi deliziosi, scrigni di dialetti e tradizioni secolari. Il tutto al cospetto delle Dolomiti.
Terra di confine in provincia di Udine sull’estremo lembo settentrionale del Friuli Venezia Giulia adiacente all’Austria, la Carnia è ammantata di leggende: da quella degli sbilf, i folletti burloni dei boschi alle streghe del Monte Tenchia, nell’alta Valle del Bût. Ma è anche una regione antichissima.

Carnia – Sappada – ©Fabrice Gallina
L’archeologia testimonia che questo territorio fu abitato sin dal Neolitico da popolazioni forse di origine etrusca, alle quali subentrarono i Carni, di origine celtica. La Carnia ha subito anche una singolare quanto effimera occupazione al termine della Seconda Guerra Mondiale: quella dei cosacchi, i militari russi dell’Armata Bianca cacciati dall’Unione Sovietica. In cambio della collaborazione anti partigiana Hitler gli affidò questo territorio, dove tra il 1944 e il ’45 provarono a rifondarvi i loro villaggi, le stànitse. Ma con la disfatta nazista i cosacchi vennero espulsi dai friulani.
Cercare atmosfere glamour in Carnia, come quelle della poco distante Cortina d’Ampezzo, significa aver sbagliato direzione. Quest’ area delle Dolomiti è più adatta a vacanze sobrie, particolarmente indicate agli amanti dello sport: dallo sci in tutte le sue varianti, al ciclismo, dal trekking all’arrampicata. Non è un caso che dalla Carnia provengono grandi campioni dello sci nordico, su tutti l’olimpionica Manuela Di Centa.

Carnia – Forni di Sopra – ©Ulderica Da Pozzo
Tra le zone simbolo, il Monte Zoncolan, icona dei ciclisti. La sua salita con pendenze vicine al 20%, regolarmente inclusa tra le tappe del Giro d’Italia, fa di questo bastione dolomitico un cimento a alte pulsazioni anche per pedalatori dilettanti, purché ben allenati. Lo Zoncolan offre altresì 22 chilometri di aree sciabili, con un’Arena Freestyle per snowboarder.
Di poco inferiore la dotazione di piste a Forni di Sopra, borgo frequentato anche per i suoi due lunghi tracciati ad anello per lo sci di fondo (14 chilometri in totale). Mèta ottimale per lo sci alpinismo è invece Sauris costellata da malghe e pascoli d’alta quota e famosa per il suo lago, dai cromatismi diversi a seconda delle stagioni.

Frico di Patate ©Massimo Crivellari
Infine Sappada, ultima perla a infilarsi nella collana di meraviglie della Carnia. Dal 2017, anno del suo passaggio dal Veneto al Friuli Venezia Giulia, questa isola linguistica germanofona è il comune più alto della regione. Suggestiva l’architettura delle sue case di legno, costruite con l’antica tecnica del blockbau.
Tanto movimento nella natura spinge verso le sostanziose specialità della gastronomia carnica. Come il frico (sformato di formaggio), i cjarsons, sorta di ravioli ripieni di patate e erbe, senza tralasciare i formaggi di malga e i prosciutti. Accompagnabili con i pregevoli vini friulani. Oppure con l’ottima birra artigianale prodotta a Sauris.
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