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Babà
il Babà, dolcetto a forma di funghetto, goloso per la sua bagna al rum è in realtà originario della Polonia

Alla parola babà, oltre ai golosi anche i napoletani si sentiranno chiamati in causa. Il dolce imbevuto di rum, infatti è associato alla città partenopea e chi appena approdato a Napoli non avrebbe voglia di recarsi subito in una pasticceria per godere della scioglievolezza che si presenta al palato quando si mangia? C’è addirittura chi, per dichiarare l’amore a questa sorta di funghetto lievitato ha dedicato una canzone che si chiama “Il babà è una cosa seria”, presentata al Festival di Sanremo. Nel 1989 Maria Laurito infatti cantava

 

Babà

Babà

 

“E si ‘a vita amara se fa

Si addolcisce cu nu babà!

Il babà è una cosa seria

Cu ‘o babà nun se pazzea

è una cura che fa bene

‘O babà nun po’ ingannà!”

 

Il dolcetto od essere protagonista nelle tavole dei partenopei è anche entrato a far parte delle espressioni in dialetto, come “ Si ‘nu bbabbà a rrumma”, ovvero “sei un babà pieno di rum”, che si usa sia per fare i complimenti a una donna particolarmente bella, sia per indicare una persona credulona. Il detto deriva infatti proprio dal procedimento di immergere la pasta cotta nel composto di rum, acqua e zucchero, cioè l’immancabile bagna che dà al babà quel gusto inconfondibile.

 

Babà Napoletano

 

Proprio la bagna è la protagonista della storia che è all’origine del nome di questo dolce. Ci dobbiamo spostare in Polonia, perché è proprio qui che il babà ha il suo antenato. Il re Stanislas Leczynski era stufo dell’impasto troppo asciutto e poco saporito dei Kugelhupf, così per soddisfare i suoi gusti il pasticciere Nicolas Stohrer decise di inzupparlo nel vino Tokay. Da qui inizia la trafila di successi, che portarono il Nicolas a Parigi, dove divenne pasticciere del re Luigi XV ma fondò anche  la pasticceria che ancora oggi  vanta il primato di anzianità nella capitale. A Napoli poi il babà arrivò tramite i monsù, chef al servizio dei nobili, e il dolcetto che prima era rotondo assunse la forma a funghetto. La prima testimonianza scritta è quella annotata nel manuale di Vincenzo Agnoletti, risalente al 1863, ma solo agli inizi del 900’ il dolce diventa un must nelle tavole dei napoletani. Il nome ha una storia altrettanto curiosa, ancora legata al re Stanislas che una volta assaggiato il dolce lo avrebbe chiamato poi Ali babà, poiché appassionato de Le mille e una notte. Forse però la teoria più plausibile è quella che fa derivare il nome dalla parola polacca “babcia”, ovvero nonna. Questo dolce evoca infatti il calore delle domeniche passate in famiglia e tra chi osa proponendo versioni salate, chi ne fa un cocktail, ormai il babà accontenta tutti i palati. Non di facile esecuzione Artusi ne introduceva la preparazione nel suo leggendario libro di ricette così: “Questo è un dolce che vuol vedere la persona in viso, cioè per riuscir bene richiede pazienza ed attenzione” e se oltre agli ingredienti, ci saranno proprio l’attenzione la pazienza ne godranno i palati dei commensali poiché se il babà non può ingannare, l’amore nella preparazione non può che produrre ottimi risultati.

LA RICETTA

Ingredienti

Per i Babà:
• 125 g di farina
• 50 g di burro
• 2 uova intere (grandi)
• 1 tuorlo
• 15 g di latte
• 15 g di zucchero
• 15 g di lievito di birra
• un pizzico di sale


Per lo sciroppo:

• 500 g di acqua
• 250 g di zucchero
• 250 g di rum
• 1 limone


Per decorazione:

• marmellata a piacere

Preparazione

1 Iniziate a preparare i babà al rum, mescolando brevemente farina e lievito nella planetaria con il gancio, oppure a mano. Aggiungete latte, uova e tuorlo, precedentemente mescolati e lavorate per qualche minuto fino a quando sarà omogeneo. Per evitare la formazione di grumi, aggiungete il composto di uova e latte mentre la planetaria è in funzione o se lavorate a mano, continuando a mescolare. Unite lo zucchero e mescolate. Aggiungete infine il sale e il burro, ammorbidito a temperatura ambiente. L’impasto dovrà risultare morbido, quasi liquido.

2 Trasferite l’impasto in una sac à poche. Versatelo negli stampi, riempiendo fino a circa 1 cm dal bordo. Lasciate lievitare per circa 30 minuti alla temperatura di 30° (nel forno spento, con luce accesa).
L’impasto dovrà fuoriuscire dagli stampi, formando una cupoletta.

3 Infornate a 180° in forno ventilato preriscaldato per circa 13 minuti. I babà sono pronti quando si sfilano facilmente dallo stampo. Si può tagliare il fondo di un babà e verificare l’alveolatura dell’impasto. Sformare e lasciare raffreddare bene.

4 Preparate la bagna: in un pentolino fate scaldare acqua, zucchero e scorza di limone. Portate a bollore, poi filtrate. Aggiungete il rum. Trasferite la bagna in una ciotola e, quando è ancora calda, immergete completamente i babà per qualche momento. Fate scolare su una gratella per dolci.

5 Se lo desiderate, potete spennellare i babà con una marmellata a piacere, per renderli lucidi. Fate riposare in frigorifero circa 1 ora prima di servirli per gustarli al meglio. I babà a rum, prima di essere bagnati, si possono conservare in frigorifero circa una settimana o in congelatore, fino alla sera prima dell’utilizzo, ben chiusi in un sacchetto per alimenti.