
Chnéffléne: gli gnocchetti da mangiare guardando il Monte Rosa
Testimonianza della profonda influenza culturale lasciata dalla popolazione Walser, oggi è un must da gustare dopo una camminata in montagna
Dalla Germania per poi arrivare in Valle d’Aosta, questa ricetta porta con sé tutta la ricchezza culturale che la regione di cui è diventato uno dei piatti simbolo ha ereditato. Da quando la popolazione Walser si è stanziata nella vallata di Gressoney, intorno al secolo VIII la cucina valdostana e non solo non è stata più la stessa. Infatti Non solo oggi ne sopravvivono le tradizioni gastronomiche: oltre ai Chnéffléne infatti vanno ricordati gli Chnolle: gnocchetti di farina di mais e quella di grano utilizzati come contorno ai salumi, la Fesillsüppu, ovvero una zuppa o le Pòmpernòsslené, frittelle aromatizzate con grappa, ma anche l’influenza lasciata alla lingua e l’architettura non è da dimenticare. In ben 15 comuni la lingua Walser, variante del tedesco meridionale, è stata riconosciuta e questo ovviamente si rispecchia nei nomi dei piatti, come i protagonisti del piatto di oggi ovvero gli Chnéffléne. Immaginate di immergervi nell’atmosfera che si respirava durante un pranzo nella classica abitazione-stalla, il wogande e gustare un piatto di questi gnocchetti speciali al burro, speck e cipolle. La ricetta richiede la preparazione della pastella con farina bianca, latte e uova che poi fatta riposare per almeno un’ora va colata in acqua salata.

Chnèfflène
Una volta venuti a galla gli gnocchetti vanno poi mantecati in padella con abbondante burro e nel condimento di cipolle e speck precedentemente preparato. La sapidità e l’affumicatura dello speck unita al sapore dolce delle cipolle rendono il piatto speciale. Gli gnocchetti possono anche servire con la fonduta fatta con la tipica toma di Gressonney, detta Kesch nella lingua Walser e il risultato sarà comunque gustoso. Assaporare un piatto della tradizione così antica, con la vista del Monte Rosa, scaldarsi dopo una lunga camminata con gli occhi pieni del limpido cielo azzurro che contrasta con il verde del paesaggio montano ha tutto un’altro gusto, fatto di amore per il territorio e tradizione.

Chnèfflène: Toma di Gressoney