
Dal Molise una specialità legata a San Pietro
Isernia non solo è il capoluogo del Molise, ma è anche la città dove è possibile trovare una vera e propria specialità: la cipolla bianca. Protagonista della fiera che è già documentata secoli fa, la verdura è festeggiata nel giorno di San Pietro, che secondo la leggenda cercò di salvare la madre dall’Inferno proprio rievocando l’unico episodio in cui la donna aveva mostrato segno di carità, quando offrì la cipolla a una affamata. Allora le venne offerto di aggrapparsi a una resta di cipolle per salvarsi, che però si spezzò poiché si unirono a lei le altre anime. La festa oggi ha luogo il 28 e 29 giugno e vanta una tradizione che rimanda addirittura al XIII secolo. Ne è rimasta traccia in un privilegium risalente al 1254, in cui i cittadini venivano esentati dal pagamento delle tasse in occasione della giornata in memoria del Santo. Un riferimento all’ortaggio invece compare nella Bagliva della fedelissima città di Isernia, con menzione di una tassa da versare “per ogni salma di cipolle” e che si poteva vietare ai commercianti fuori città proprio la vendita di agli e cipolle, tuttavia da questi documenti non è certo che la cipolla fosse già associata alla festa. Bisogna infatti aspettare il 1858, data la testimonianza che offre Stefano Jadopi nella sua monografia su Isernia in cui si legge della fiera e del grande uso di quella che poi sarebbe diventata la specialità del luogo. Essendo un prodotto del territorio gli isernini non potevano che utilizzarla al meglio come protagonista del loro piatti, e ce n’è uno che vanta una tradizione contadina.

Cipolla di Isernia
Preparata dalle donne come colazione ai mariti, la cipollata è ormai un grande classico della cucina molisana, e dal proverbio che ha originato, è anche una dichiarazione d’amore: “La mogl ch vò ben a ru marit la sera r fa truà la cpullata”. Prepararla è facile: una volta tagliate le cipolle a fettine sottili e fatte riposare in acqua e sale fatte, va messa in padella con prezzemolo e si aggiunge l’uovo e il piatto è pronto. L’aspetto è quello di una frittata, e il gusto è quell’inconfondibile sapore dolciastro dell’ortaggio. Ad oggi la cipolla ha una denominazione comunale, e nella speranza di giungere all’IGP è importante continuare a sostenere la produzione e soprattutto a valorizzarla in cucina.