
Il peperoncino calabrese, che nella regione ha raggiunto la sua massima espressione culinaria, ha proprietà benefiche per la salute, l’estetica e tanto altrossima espressione culinaria, ha proprietà benefiche per la salute, l’estetica e tanto altro
La scoperta dell’America ha indubbiamente portato alla ribalta ingredienti poi diventati cardine della cucina italiana, dai pomodori, alle patate, fino al peperoncino. Chi più della Calabria ha saputo utilizzare al meglio questo ingrediente così particolare? La piccantezza, caratteristica principale, data dalla capsaicina contenuta nel peperoncino è il simbolo della gastronomia della regione che fa da punta allo stivale italiano. Usato fresco, in polvere, come protagonista di insaccati come la ‘nduja o la soppressata, oggi è il protagonista indiscusso nei piatti della tradizione, eppure questo ingrediente era all’inizio demonizzato proprio per il bruciore che provocava al palato. Ritenuto ulcerativo e dannoso da quello che si evince da documenti risalenti al cinquecento, poi accettato come sostituto del pepe, ma comunque da usare in maniera parsimoniosa, divenne poi ben presto un rimedio non solo per favorire la digestione, ma anche per lenire il mal di denti e curare la febbre. Oggi infatti ne sono state testate le proprietà benefiche, tanto che c’è addirittura chi ne consiglia la consumazione di un grammo al giorno, Riconosciuto anche per le proprietà afrodisiache l’aggettivo piccante con il tempo è diventato sinonimo di eros, tanto che a Cosenza si usa cantare alla donna di cui si è innamorati “Brunetta, chi a ru pipi arrassumigli ovvero “Brunetta che somigli a un peperoncino”; oppure a Crucoli dove la sardella è il prodotto tipico dicono “Perché A fimmina beddra è com’a sardeddra ti nni vena gulìa appena la vidi ovvero “ ovvero “La donna bella è come la sardella, ti viene il desiderio appena la vedi”. Il peperoncino concerna anche la bellezza, infatti è possibile fare maschere per il viso, trattamenti per la cellulite o per rinvigorire i capelli. Insomma, la bacca dal colore caratteristico rosso ha usi che vanno oltre la gastronomia, ma è proprio a tavola che tutte le sue caratteristiche vengono espresse davvero.

Peperoncino calabrese
Solo per dire che in Calabria i nomi usati per indicarlo vanno da Pipi infernali, Pipazzu, Piparillu, Cangarillu fino a Zafaranu rende l’idea che il peperoncino è davvero parte inscindibile del DNA storico culturale della regione. Immaginate di entrare in una cucina e osservare da vicino uno dei metodi più usati per conservare i peperoncini: le tipiche collane con cui le bacche vengono appese e fatte seccare al sole. Rubare i segreti della preparazione di cui l’oro rosso è il protagonista, dosarlo il giusto e godere del gusto che conferisce al piatto e se è troppo piccante niente paura, bere il latte è l’ideale per alleviare la sensazione di bruciore. Per i più temerari invece durante la festa dedicata a questa prelibatezza che si svolge ormai ogni anno a Diamante, ha luogo il campionato italiano di mangiatori di peperoncino. Inoltre è possibile comprare i semi e degustare le prelibatezze negli stand appositi. La vita piccante ha tutto un’altro sapore e questo sicuramente i calabresi l’hanno capito bene.