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L’ultimo baluardo a difesa di un’antica arte che rischia di perdersi per sempre

Stradella è una cittadina in provincia di Pavia e per molti decenni è stata uno dei principali centri di produzione della fisarmonica, al mondo. Una delle prime fisarmoniche fu prodotta nel 1876 da Mariano Dallapè trasferitosi a Stradella pochi anni prima dal Trentino. Il successo di questo primo prototipo indusse Dallapè ad aprire una bottega per la produzione di fisarmoniche e il suo esempio fu seguito negli anni successivi da vari altri artigiani che aprirono prima delle botteghe e poi vere e proprie fabbriche.

Nel periodo di massimo sviluppo, tra le due guerre mondiali, lo stabilimento di Dallapè e gli altri sorti dopo di lui, contavano oltre 400 operai. In quegli anni, su 10 000 persone che abitavano a Stradella, 1.200 erano occupate nella produzione di fisarmoniche.

Nel secondo dopoguerra il cambiamento dei gusti musicali e l’incapacità delle aziende di adattarsi alle nuove condizioni di mercato ha determinato un progressivo declino della produzione di fisarmoniche e la chiusura della maggior parte delle fabbriche stradelline.

La storia della fisarmonica a Stradella è ampiamente documentata nel “Museo della fisarmonica”, ospitato all’interno di Palazzo Garibaldi, in via Montebello, che custodisce anche il primo prototipo di Dallapè. La sua realizzazione ha il sapore della favola: pare che il Sig. Mariano si fosse stabilito a Stradella lavorando come contadino e un giorno, durante una festa a cui prendeva parte, organizzando balli, il suo organetto si inceppò e lui si mise a ripararlo; in seguito apportò modifiche allo strumento originario, lo modificò e lo perfezionò fino a creare la prima fisarmonica moderna.

 

Primissimo esemplare di fisarmonica Dallapä

Primissimo esemplare di fisarmonica Dallapä

 

Nel breve termine questo strumento sarà conosciuta in tutto il mondo. La fama e la fortuna di questa fabbrica, purtroppo, non dureranno per sempre. L’ultima fornitura è stata completata nel 2010 in Spagna dal momento che lo stabilimento non aveva dipendenti; le vecchie maestrie, data la lavorazione rigorosamente a mano di tutti i componenti, non hanno potuto insegnare le tecniche per mancanza di giovani appassionati disposti ad apprendere questa antica arte e anche per una certa chiusura a “rivelare” il proprio sapere. Nel 2011 l’azienda è stata acquistata dal marchio giapponese Roland e nel 2014 la fabbrica ha chiuso definitivamente i battenti. Lo stabilimento rischia perfino di essere abbattuto.

Oggi in città sono rimasti solo quattro laboratori di artigiani, dopo la definitiva chiusura delle 44 fabbriche presenti un tempo. Questi artigiani, con il loro impegno, cercano di tenere alto il nome di Stradella in Italia e nel mondo. Gli ultimi eredi di Mariano Dallapè, sono persone che, pur venendo da storie diverse, hanno fatto della fisarmonica praticamente la loro vita. Sono consapevoli che le prospettive per il futuro sono veramente poche dato l’immobilismo di anni e dato che i pezzi più importanti della fisarmonica vengono prodotti solamente a Castelfidardo nelle Marche. Gli artigiani stradellini hanno deciso di puntare sull’eccellenza della produzione locale, cioè le voci, che sono le lamine che vengono collegate ai tasti e che danno il suono allo strumento: grande impegno e fiducia nel tentativo di far sopravvivere questa antica arte.

Il cantautore Paolo Conte ha scritto e interpretato una canzone intitolata La fisarmonica di Stradella contenuta nel suo primo album del 1974 che fu pubblicata nello stesso anno su 45 giri e successivamente reinterpretata, nel 1977, anche da Nada.

 

Fisarmonica – Museo di Stradella