
Cottanello è un borgo di volto medievale, origine romana e cuore rosso come le cave di marmo che lo sovrastano
Dall’alto dei 600 m sul livello del mare su cui sorge, Cottanello, il cui nome rimanda alla gens Aurelia Cottae, è un borgo di aspetto medievale e origine romana che domina le valli sabine. Oggi, pur avendo perso la sua rilevanza strategica, conserva un notevole valore paesaggistico: volgendo lo sguardo a sinistra della vallata, ci si lascia trasportare dalle luci di una Roma che, ancora oggi, irradia la sua immortale potenza; a destra, invece, l’occhio si perde nella piana che giunge fino a Terni. Mentre il Lazio ci si spalanca davanti, l’ultimo dei tre muri di cinta che un tempo proteggevano il borghetto ci ricorda che non siamo qui solo per i belvedere, e ci fa cenno di andare a visitare la vicina antica domus e i suoi meravigliosi mosaici.
Ma questo non è che il principio della ricca storia di Cottanello, che nei secoli è passato da territorio pontificio a luogo d’amministrazione degli Orsini.

Cottanello: La Villa Romana
Saltando con più decisione nel mondo dell’arte, troviamo ad accoglierci nientemeno che il Bernini, il quale conserva un legame speciale con il borgo: un legame di cuore, potremmo dire, perché è proprio dalle vicine cave di marmo rosso (o pietra persichina) che lo scultore andava a reperire i materiali per esercitare la sua vocazione, quella di decorare gli interni delle chiese, incluso il colonnato di S. Pietro, con la quale ha raggiunto fama e riconoscimento imperiture.

Cottanello: La Cava
Impossibile poi non soffermarsi sull’Eremo di S. Cataldo: scavato nella roccia granitica, rappresenta un esempio tangibile di come, a volte, dal male possa scaturire qualcosa di buono: al suo interno, infatti, è oggi ammirabile il dipinto del Redentore, che possiede svariati e non casuali riferimenti a S. Francesco; l’affresco, che altrimenti sarebbe stato eroso dal tempo, fu riportato alla luce dal crollo dello strato murario che lo copriva, provocato da un’esplosione durante la Seconda Guerra Mondiale.

Cottanello: Eremo di San Cataldo
Un ultimo ma doveroso accenno va fatto, per concludere la nostra panoramica su questo luogo d’incanto, alle “prata” di Cottanello, per chiamarle come farebbe un abitante del luogo: vasti e bucolici pascoli dalle dolci e morbide curve che nessuno si aspetterebbe di incontrare a 900 m di altitudine. E, se già descritte così sembrano accoglierci tra le loro carezzevoli braccia, aspettate di conoscere meglio la loro storia pastorale, fatta di dedizione, di unione con la natura nel rispetto dei suoi delicati equilibri, quella dei mandriani che, in estate, sotto un manto di stelle e protetti dalle mura delle rovine qui presenti, vegliavano sui loro animali nei fuggevoli mesi della transumanza.

Prati di Cottanello
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