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Grotta Azzurra - © Vaghis viaggi & turismo Italia - Tutti i diritti riservati
La Grotta Azzurra è una dama misteriosa: amata, temuta e poi riconquistata, non ha mai perso il suo ceruleo fascino ultraterreno

Buio. D’un tratto, mi sento dire da una voce cavernosa: “Puoi alzarti”.Obbedisco. Mai ci fu scelta più saggia: forse perché agli occhi serve qualche secondo per abituarsi alla luce improvvisa, forse perché c’è un limite al quantitativo di bellezza che la mente umana è in grado di processare, mi ci vuole un po’ prima di capire che la realtà in cui sono immersa, quell’esplosione di azzurro intensissimo che sta investendo me e la barca su cui mi trovo è tanto sconvolgente quanto vera.
No, non è l’incipit di un romanzo fantasy, ma la semplice e più che contenuta descrizione di cosa accada quando si accede alla davvero esistente, visitabile e per di più squisitamente italiana Grotta Azzurra di Capri.

 

Grotta Azzurra - © Vaghis viaggi & turismo Italia - Tutti i diritti riservati

Grotta Azzurra – © Vaghis viaggi & turismo Italia – Tutti i diritti riservati

 

Come il moto ondoso del mare, la vicenda della maggiore attrazione di quest’isola è un flusso continuo di eventi in divenire. Nato per splendere, questo antro di pietra carsica entra nella storia dell’uomo con l’entusiasmo dell’imperatore romano Tiberio che, ammaliato da una simile cavità dalle tonalità ultraterrene, ne fa un ninfeo marittimo. Studi recenti hanno verificato come la grotta fosse l’appendice sommersa della villa augusto-tiberiana di Gradola, della quale oggi non sono rimasti che pochi ruderi e delle statue di Nettuno e altre creature marine, ammirabili al museo della Casa Rossa di Anacapri.
Per quanto un’onda possa bagnare impetuosamente la spiaggia, presto o tardi dovrà sempre ritirarsi, per poi farvi ritorno con più slancio di prima: siamo esattamente a questo punto della nostra storia, poiché, con il crollo dell’Impero romano, il meraviglioso antro semisommerso viene abbandonato, dimenticato, evitato da chiunque per via delle sinistre leggende riguardanti demoni e spiriti maligni che girano sul suo conto.

 

 

Fortunatamente, l’amore per la scoperta del marinaio Angelo Ferraro, del poeta August Kopisch e del pittore Ernst Fries segna la rinascita della cavità: il 17 agosto 1826, l’insolito trio si avventura in quel sistema subacqueo di ambienti che è la Grotta Azzurra, ed ognuno rimane estasiato da quel miracolo tutto naturale per il quale la finestrella sottomarina che collega l’antro con l’esterno funge da filtrante, facendo sì che l’acqua lasci penetrare solo le luci azzurre generando il magico effetto che conosciamo. Kopisch, in particolare, descrive con fervore la prodigiosa grotta in un annuario, contribuendo a infonderle nuova vita, che oggi danza tra le sue pareti con i giochi di luce e i canti napoletani ogni volta che un visitatore varca la soglia di questo luogo che, forse, qualcosa di ultraterreno ce l’ha per davvero.tra la luce solare. Grazie a questa apertura che funge da filtrante, l’acqua assorbe i raggi luminosi rossi lasciando passare all’interno quelli blu.

 

Grotta Azzurra – © Vaghis viaggi & turismo Italia – Tutti i diritti riservati

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