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Pupi siciliani - © Vaghis - viaggi & turismo Italia - Tutti i diritti riservati
I Pupi siciliani, dal latino pupus “bambino”, sono caratteristiche marionette armate che diventano protagoniste del teatro epico popolare siciliano agli inizi dell’Ottocento.

Quando parliamo di marionette e burattini torniamo con la mente a quando eravamo bambini senza fare distinzioni e senza soffermarci sul fatto che, al cambiare del nome, cambia anche la tipologia: il burattino è animato dal basso, inserendo la mano e le dita da sotto per dar vita al fantoccio, mentre la marionetta è manovrata dall’alto con dei fili. Il Pupo siciliano, che è un tipo particolare di marionetta, è caratterizzato e costituito da aste metalliche, invece che da fili, che ne permettono il movimento.

 

Pupi siciliani - © Vaghis - viaggi & turismo Italia - Tutti i diritti riservati

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Infatti i Pupi sono più sofisticati delle semplici marionette grazie alle caratteristiche tecniche con le quali sono costruiti: un’asta metallica collega il corpo alla testa, per il movimento di quest’ultima, e un’altra asta metallica è utilizzata per il movimento del braccio destro, mentre altri snodi collegano le gambe e il braccio sinistro al corpo. Tutto questo, rendendo il movimento più fluido, andava soprattutto ad aumentare la credibilità delle tipiche scene di duello e combattimento, rendendo il tutto di gran lunga più realistico.

Ci sono due tradizioni di Pupi Siciliani, quella palermitana e quella catanese che tra loro riportano alcune differenze e peculiarità sull’altezza e sul peso delle marionette e soprattutto sull’angolazione da cui i pupari danno vita ai pupi, di fianco o sopra la scena.

Il Pupo, internamente costruito con una struttura in legno di abete, rivestito di paglia e tela di sacco, è esternamente decorato in maniera ricca e dettagliata, in base al personaggio che deve rappresentare. Infatti ogni pupo rappresenta un preciso paladino che veniva facilmente riconosciuto dal pubblico grazie al tipo di corazza e di mantello che indossava.

 

Pupi siciliani: Artigiano al lavoro - © Vaghis - viaggi & turismo Italia - Tutti i diritti riservati

Pupi siciliani: Artigiano al lavoro – © Vaghis – viaggi & turismo Italia – Tutti i diritti riservati

 

Ad esempio i cavalieri cristiani indossavano un’armatura completa con gonnellino e mantello e avevano il volto dai tratti ingentiliti, mentre i saraceni erano caratterizzati dal tipico turbante, le mezzelune sulle armature, i baffi e l’espressione cupa. Tutte le armature vennero create in ottone e rame, lavorate a sbalzo secondo le tecniche degli antichi ramaioli. Se il Pupo è costruito ad opera d’arte, è al puparo che si deve, però, la bravura dell’interpretazione: è lui che dà vita al pupo rendendolo quasi umano.

Ma come furono impiegati i Pupi? Rifacendosi al ciclo carolingio che narrava delle imprese di Carlo Magno e dei suoi Paladini, alla Chanson de Roland, all’Orlando furioso e ad altre storie medievali epico-cavalleresche che raccontavano di gesta eroiche, duelli, amori e magia, i Pupi, nell’Opera dei Pupi, presero le vesti dei personaggi della letteratura e i pupari si affidarono ai testi letterari, in parte rimaneggiandoli, per mettere in scena quello che prima si poteva solamente leggere o ascoltare e che così invece cominciava a prendere vita davanti agli occhi degli spettatori.

Nel 1975 la fondazione del Museo Internazionale delle Marionette di Palermo sigillò nel tempo questa antica arte e tradizione siciliana che è divenuta ben più che una semplice tradizione, quando, dal 2008 l’Opera dei Pupi è stata riconosciuta dall’UNESCO come “Capolavoro del patrimonio Orale e Immateriale dell’Umanità”.

 

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