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Una tradizione napoletana per dire che si è felici

Il caffè sospeso è un gesto solidale fatto da qualcuno che, secondo la tradizione, entrava all’interno di un bar con uno stato d’animo molto felice e gioioso.

Il fortunato, decideva di prendersi un caffè e pagare sia la sua consumazione, sia quella che sarebbe avvenuta dopo di lui aggiungendo i soldi necessari per pagare un’altra tazza di caffè: veniva in sostanza offerto il caffè ad uno sconosciuto. Se la persona arrivata successivamente avesse chiesto la presenza di un caffè sospeso, allora avrebbe avuto la consumazione gratis, altrimenti il caffè sospeso sarebbe andato a chiunque, a seguire, ne avesse chiesto la presenza.

 

Caffè sospeso

Il giornalista e attore Riccardo Pazzaglia ha spiegato le origini di questa tradizione ricercandole nella consuetudine di non riuscire a decidere, tra amici, chi dovesse pagare il caffè. La soluzione a suo parere si sarebbe trovata pagando un caffè in più a beneficio del cliente successivo. E anche un libro è stato dedicato a questa usanza da Luciano De Crescenzo il quale si trova d’accordo con la teoria che giustifica questo comportamento con la volontà di condividere uno stato di felicità.

Questa abitudine molto radicata dopo la seconda guerra mondiale nella città di Napoli, anche per ragioni di solidarietà data la crisi generale, ha perso nel tempo il suo vigore; nell’ultimo decennio, però, ha ritrovato un certo rilancio e la formula con cui si può offrire simbolicamente un caffè al resto del mondo è rimasta sempre la stessa “Due caffè, per favore, uno per me e uno sospeso”.

Nel 2010 è nata la rete del caffè sospeso per volontà di uno storico bar di Napoli e altri fondatori e la consuetudine ha coinvolto anche altri beni oltre al caffè come i libri, la pizza, il panino, la poesia o il biglietto del cinema e sicuramente è uscita dai confini della città di Napoli trovandone traccia in altre parti d’Italia e all’estero. Uno dei più famosi food writer degli Stati Uniti, Corby Kummer, ha lanciato una sfida alle grandi catene come Starbucks di aggiungere ai registratori di cassa una voce per permettere ai clienti di pagare una certa cifra a favore degli altri, dopo che il New York Times ha scritto un articolo sulla tradizione napoletana del caffè sospeso.

Il 10 dicembre, in coincidenza con la Giornata Internazionale dei Diritti Umani, è la giornata del caffè sospeso.