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Attenzione allo spiritello della Garfagnana!

In Garfagnana (Toscana), in alcune giornate, si dice che tiri il Buffardello, un vento vorticoso che mulina e sparpaglia le foglie, arruffa i capelli e fa vibrare i vetri delle finestre.

La tradizione popolare, quella delle storie tramandate di nonno in nipote, narrate accanto al fuoco quando calano le tenebre, è ricca di racconti che hanno per protagonista proprio il Buffardello, non il vento, bensì lo spiritello da cui il vento prende nome.

Il Buffardello: La caduta di Lucifero negli inferi (Gustavo Dorè)

Alto una settantina di centimetri, barba lunga e scarpe arricciate in punta, la creatura magica si manifesta di notte, quando compie le sue malefatte e i suoi dispetti contro i contadini, le bestie e i preti.

Il Buffardello proverebbe infatti particolare repulsione contro i Cristiani, poiché, secondo la leggenda, schierato dalla parte di Lucifero contro Dio, dopo giorni di strenue battaglia, venne cacciato dal Paradiso con un bel calcione nel didietro e con le mani bucate da un fulmine.

Lucifero venne relegato negli Inferi, mentre lui, piccolo e veloce, riuscì a sfuggire agli angeli.

Da allora, senza pace e senza posto nel mondo, continua a compiere le sue bravate contro i poveri abitanti della Garfagnana: ruba il vino, cammina sulla pancia dei dormienti, tira via le coperte, trasforma il latte in olio, intreccia i gomitoli di lana e i capelli delle ragazze, getta il malocchio sui bambini.

Esistono tuttavia alcuni rimedi per proteggersi dal Buffardello: prima di coricarsi per la notte, si consiglia di mettere una camicia bianca in fondo al letto con le maniche aperte a formare una croce, lo spiritello, spaventato dal simbolo cristiano, si allontanerà; altra soluzione sono le bacche di ginepro: si consiglia di porre delle bacche fuori dall’uscio, il Buffardello, troppo impegnato a contarle, si distrarrà dal suo proposito di infastidire i malcapitati prescelti e, tutto confuso, se ne andrà.