
La Luminara di San Ranieri: una tradizione che affascina e richiama turisti oggi come ieri. Segno di un’identità che i pisani vogliono conservare e tramandare.
A Pisa il 25 marzo del 1688 Cosimo III de’ Medici ordina che l’urna contenente le reliquie di San Ranieri, patrono della città venga sostituita con una ancor più magnifica e splendente. La traslazione avverrà nella cappella del Duomo.

La Luminara di San Ranieri – © Vaghis – viaggi & turismo Italia – Tutti i diritti riservati
Un senso di gioia e riverenza attraversa gli animi dei pisani. Si iniziano ad accendere le candele che passano di mano in mano fino ad illuminare le vie che costeggiano il Lungarno popolato da gente, che in processione si incammina attratta dalla forza e dallo spirito del loro Santo. Anche chi si affaccia ai balconi e alle finestre dei palazzi adiacenti osserva la scena al buio delle loro stanze ma con un lume acceso di speranza nelle mani. Il silenzio della preghiera si mesce ad un sottile brusio di chi parla sottovoce. Poi a tratti il suono del silenzio. Ognuno è intimo nei suoi pensieri, pensa, riflette sul senso dell’evento a cui sta assistendo.
La mente è vuota, in contemplazione e adorazione. A volte è solo il rumore del fiume che scorre pare accostarsi al popolo vicino, a richiamarlo alla vita che scorre, che passa e che li spinge verso il Duomo. Anche lui, l’Arno brama come i suoi figli di portar le luci nel grembo. I più romantici riempiono una piccola ciotola fatta in legno con l’olio e l’accendono consegnandola al fiume. Come spiri accesi di fuoco tremolanti galleggiano, camminano sulle acque. Questo è ciò che è stato e ciò che continua nel tempo.

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Oggi, la sera del 16 giugno di ogni anno, vigilia di San Ranieri, nell’ora dell’imbrunire e le luci dei raggi lasciano il posto a quelle dei lumini. Sono stati disposti sulle apposite cornici ad adornare porte, finestre, cornicioni, balconi di case, chiese e palazzi, creando un gioco di forme e immagini. Un gioco a cui tutti i pisani hanno partecipato nei giorni precedenti quando i ceri sono stati disposti negli appositi contenitori per essere accesi in quelle ore che vanno dal tramonto alla mezzanotte.
La gente e i turisti affollano il Lungarno. C’è euforia nell’aria, per la voglia di assistere allo spettacolo delle luminarie e dei fuochi pirotecnici. Le luci all’interno dei palazzi oggi come allora sono state spente per creare l’atmosfera. Ora i fuochi possono cominciare. È un trionfo di botti e di fiori e di scie che riempiono il cielo di luci nella notte. É un tripudio di colori e di figure che risplendono illuminando i presenti. Al termine dello spettacolo dei fuochi pirotecnici, la festa continua nelle viuzze del Centro, tra le bancarelle e la musica.

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A fine festa, sul Lungarno regna il silenzio assoluto. Le luci dei lumini hanno consumato la cera ed uno ad uno si spengono. La luce lascia il posto al buio. Ci si prepara per il nuovo giorno. La festa prosegue e c’è chi scalpita e non riesce a dormire nel letto al pensiero della Regata che. Le quattro imbarcazioni che rappresentano i Quartieri di Pisa si sfideranno per onore ed amore del Santo. Un uomo appoggiato al cornicione di un ponte fuma contemplando il fiume e le stelle o forse attende, per non perdere il suo posto.

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