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I canederli
I canederli: un’arte in tutti i sensi

 

Trattare dei canederli solo come espressione della gastronomia altoatesina, significherebbe semplicemente dare la ricetta del come questi piccoli nodi, questo il significato della parola tedesca knot da cui “canederli”, vengano preparati, tralasciando tuttavia la storia e il legame, ben più importanti, che il Trentino ha con questo piatto.

I canederli sono infatti una pietanza dalla remotissima tradizione: nella Cappella di Castel d’Appiano (BZ), datata al 1131 con affreschi risalenti agli inizi del secolo successivo, è raffigurata la Madonna, sdraiata su un letto, affiancata da un Gesù Bambino in culla, in atto di rivolgersi ad una ancella che, con la padella posta sopra al fuoco, sta assaggiando proprio un canederlo.
Accanto a questa versione leggendaria raccontata attraverso un’immagine, non può mancare quella riportata dalla tradizione orale che collega invece l’origine dei canederli al passaggio dei Lanzichenecchi.

 

I canederli

I canederli

 

Secondo la leggenda, i Lanzichenecchi, stremati dal freddo e dalla fame, assalirono l’osteria di una povera donna, intimandole di provvedere al loro ristoro. La donna allora, pur non avendo granché nella dispensa se non pane raffermo e avanzi, ma disponendo di ottime doti culinarie, preparò questi grossi e gustosi gnocchi di pane, che rifocillarono i soldati e le salvarono la vita.
Come si evince quindi dal racconto, i canederli sono un piatto della tradizione povera, nati dalla cultura contadina, che prevede il riuso degli avanzi. Nell’impasto di pane amalgamato con uova, latte, farina, possono essere aggiunti a piacimento erbe, cipolle, funghi, speck e spinaci.

Alla versione originale, quella salata, si affianca la versione dolce.

I canederli dolci vengono preparati prevalentemente con albicocche e prugne, ma nei ristoranti si trovano anche le versioni con le fragole, la ricotta e il cioccolato. Per questo dolce si prepara lo stesso impasto di patate e farina che si usa per fare gli gnocchi, poi lo si stende per farne una sfoglia e con essa si avvolge la frutta scelta per il dolce. Una volta chiuse, le “palle” vengono cotte nell’acqua per ca. 15 minuti e successivamente fatte rotolare in una mistura di pangrattato, cannella e zucchero saltati nel burro.
Infine, un consiglio: per non offendere l’anima dell’ostessa domatrice di Lanzichenecchi che è in ogni massaia altoatesina, mai tagliare un canederlo con il coltello, sempre con la forchetta!