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Passione, cibo e leggenda. Solo per 3.000 persone.

Terzo martedì del mese di Giugno. Ponte Visconteo nel comune di Valeggio sul Mincio, frazione di Borghetto (VE). Due tavolate di 600 metri per circa 3.000 commensali venuti da tutto il continente per gustare il prezioso e delicato Nodo d’Amore. Un corteggio di figuranti in abiti trecenteschi ad anticipare il banchetto, per rievocare la storia che si consumò sulle sponde del fiume Mincio.

 

Tortellini di Valeggio: Festa del Nodo d’amore

 

Alla fine del Trecento il signore di Milano, Giangaleazzo Visconti, si accampò con le sue truppe presso il fiume Mincio, là, seduti intorno al falò, il buffone Gonnella raccontò loro una leggenda legata proprio alle acque del fiume: la storia d’amore tra la ninfa Silvia e il capitano dei soldati Malco.
Silvia e le sue sorelle erano vittime di un sortilegio che le costringeva, loro di aspetto così bello, ad uscire di notte dal fiume per danzare, assumendo le sembianze di orride streghe.

Una notte, mentre danzavano nell’accampamento dei soldati addormentati, il capitano Malco, che era di guardia, si accorse della loro presenza e, sguainata la spada, si scagliò contro di loro. Le sorelle riuscirono a rifugiarsi nel fiume, ma Silvia venne raggiunta da Malco, che però, proprio mentre stava per ucciderla, riacquisito il bellissimo aspetto di ninfa, si innamorò perdutamente di lei e lei di lui.

 

Tortellini di Valeggio

 

 

Al sorgere del sole, i due amanti furono costretti a separarsi e la ninfa gli consegnò come pegno d’amore un fazzoletto di seta ricamato d’oro, cui fece un nodo a simboleggiare la stretta del loro legame. Qualche tempo dopo, alla corte del Conte di Virtù, signore di Malco, giunsero un gruppo di fanciulle bellissime che danzarono per il Conte e la sua corte. Tra queste Malco riconobbe subito Silvia, ma la dama Isabella, innamorata da tempo di Malco, accecata dalla gelosia di vedere il suo amato così preso da un’altra, denunciò Silvia come strega.

Malco riuscì a far fuggire Silvia, e, senza fare resistenze, si consegnò al Conte che lo chiuse in prigione. Isabella, pentita del suo stesso inganno, decise di far visita a Malco per implorare il suo perdono. Ma, mentre erano insieme, Silvia sopraggiunse per liberare Malco dalle segrete del castello in cui era rinchiuso e, per scappare ai soldati del Conte che li inseguivano, con lui si gettò nel fiume Mincio, unico luogo dove avrebbero potuto vivere per sempre il loro amore.
Al Conte, giunto sulle sponde del fiume, non restò che un fazzoletto di seta ricamato d’oro, dolcemente annodato, perso dai due amanti durante la loro corsa verso la salvezza.

Da quel giorno le ragazze della zona sono solite ricordare i due amanti e il loro nodo d’amore, preparando una pasta sottilissima e dorata come la seta, annodandola come un piccolo fazzoletto, una volta riempita di un delicato ripieno di carne: nasce così il famoso tortellino del Valeggio sul Mincio.

 

Tortellini di Valeggio: Festa del Nodo d’amore

 

Dal 1993, anno in vennero festeggiati i 600 anni dalla costruzione del Ponte, a cadenza annuale l’appuntamento con la tradizione si ripete. Una rievocazione grandiosa solo su prenotazione che contempla più di trecento camerieri, un centinaio di cuochi e altrettanti sommelier. 600.000 i tortellini fatti a mano uno ad uno, 500 kg circa di grana padano, 10.000 uova e 8 quintali di farina per la loro produzione. 4.000 le bottiglie di vino Bianco di Custoza che accompagnano le pietanze e un migliaio quelle di spumante per l’aperitivo che dà il via alla serata. Fuochi d’artificio per chiudere in bellezza.
Mangiare questi tortellini significa assaporare un pezzo di storia.